L’azienda in cui lavori da anni chiude.
La persona a cui hai affidato i tuoi soldi con fiducia se ne va con il malloppo e tu perdi i risparmi di una vita.
La persona che ami ti lascia senza motivo.
…
Quanti di questi shock possono avvenire nella vita di una persona? Tanti. Comunque ad un certo punto, troppi.
Ognuno di noi ha una certa resistenza interiore alle batoste della vita ma ad un certo punto quella forza sembra essere finita e ti ritrovi senza più risorse, senza più forza per continuare come facevi prima.
All’inizio cerchi disperatamente di rimettere in piedi la situazione, di combattere, di mantenere il resto della tua vita in una qualche forma di equilibrio ugualmente ma molto spesso, dopo qualche tempo, semplicemente ti mancano le forze e non ci riesci più.
“Io non so più cosa fare.. non solo non riesco a desiderare più alcunchè, ma non ci trovo proprio il senso, io ci provo, cerco di costringermi a fare tutto ciò che ho sempre fatto quando stavo bene, ma mi provoca una sofferenza atroce…”
“Ho un senso di vuoto costante, e più cerco di fare qualcosa e più mi salgono l’ansia e l’angoscia..
mi sale il nervoso, la rabbia, mi sento stupida ed incapace.
e quest’ansia maledetta che mi divora, da quando apro gli occhi alla mattina a quando vado a letto la sera, che mi divora nel bel mezzo della notte, tanto che mi sembra di soffocare…”
“Questa bestia che ti succhia le energie vitali, che ti annulla qualsiasi prospettiva, che ti fa sembrare tutto vuoto e privo di significato.
Si, magari ci provi a stare a galla, bruci letteralmente le poche energie che ti senti addosso per cercare di non affondare del tutto.”
Si chiama depressione ed è davvero una brutta bestia. Una bestia che al giorno d’oggi, con tutte le criticità e cambiamenti che ci troviamo a dover affrontare sempre più frequentemente, entra con prepotenza nella vita di persone “normali” che mai se lo sarebbero aspettate.
Come ben spiega Raffaele Morelli: “Prima c’era un ruolo ben preciso che scandiva l’esistenza e dava senso a tutto, poi ecco il cambiamento non voluto, che viene sentito come un lutto, una perdita di se stessi. È questo lo schema che può innescare una depressione anche molto seria.”
La Depressione non è una condizione da “sfigati”
C’è una certa tendenza nel nostro mondo iper veloce e puntato al successo, a pensare alla depressione come ad un qualcosa di disfunzionale e raro, qualcosa che capita a chi non si impegna abbastanza, a chi non è abbastanza forte, a chi preferisce lamentarsi piuttosto che rimboccarsi le maniche e cambiare la propria vita.
E’ la posizione che i “guru” americani tengono da molti anni e che ormai sta prendendo piede anche in Italia, al punto addirittura da finire nei rotocalchi. Qui a fianco trovi l’articolo di marzo della rivista “Star Bene”.
Di fronte all’argomento “Depressione/shock da cambiamento” le posizioni sono sostanzialmente tre:
1. I tradizionalisti. Sono gli psicologi e psichiatri, formati alla medicina tradizionale. Ti fanno parlare, parlare, parlare. Alla ricerca di connessioni con il tuo passato, di traumi non rimossi, di ereditarietà a cui imputare la tua “debolezza”. E, quando proprio non ne vengono a capo, si rivolgono alla panacea di tutti i mali: gli psicofarmaci.
2. I new age. Sono tutti i convinti sostenitori che “con l’amore si può guarire qualsiasi cosa”, che riconnettendoti con l’energia dell’universo e della natura ritornerai a stare perfettamente bene. Rituali, meditazioni, ipnosi, terapie floreali che per una grandissima maggioranza di persone hanno lo stesso effetto di un bicchiere di acqua naturale.
3. I motivazionisti. Sono tutti quelli del filone “americano”, convinti che pompandoti una buona dose di entusiasmo nelle vene puoi cambiare istantaneamente ogni tua emozione negativa e tornare a stare bene in tempo zero. Anche perchè, se non lo fai, sei un povero sfigato.
E’ un pò come le diete. C’è la Dukan, la Paleo, la “tutta shake”, la Dissociata e decine di altre che ti promettono di darti la soluzione. Poi tu provi e per te non funziona.
Ora, sicuramente c’è qualcuno per cui ha funzionato, però com’è che tu sei proprio l’unico sfigato a cui non ne funziona nemmeno una?
Ecco, con la crescita personale e le strategie per superare i momenti di depressione la cosa funziona allo stesso modo. Sì, per qualcuno quelle strategie o sistemi hanno funzionato, ma la maggior parte delle persone continua ad avere risultati parziali saltellando da uno all’altro, sentendosi sempre più incapace.
E’ ora di smettere di improvvisare
Ti è mai capitato a scuola un insegnante di quelli che con lui, tutti in classe a parte il secchione erano sotto la sufficienza? A me più di qualche volta, soprattutto quando facevo ripetizioni nei tempi antichi dell’università.
A buon senso, se un’intera classe di persone non riesce ad arrivare a sufficienza, è più probabile che sia una classe di deficienti o che l’insegnante non valga un accidente?
Per me, senza dubbio, la seconda.
Insegnare non è una cosa che uno si improvvisa. Servono conoscenze precise, di quello che insegni e di COME lo insegni.
Da questo punto di vista, nessuno dei tre gruppi di cui abbiamo parlato ha le carte in regola, ne manca sempre un pezzo.
Noi ingegneri che, si sa, abbiamo come tutti i nostri bei difetti, abbiamo però anche un pregio particolare: guardiamo le cose dal punto di vista del processo e del risultato.
Ovvero. Se una cosa funziona per te ma poi non riusciamo a farla funzionare per chiunque altro, allora quella cosa semplicemente non funziona. Non è un processo standardizzato abbastanza.
Il Signor Toyota ha espresso questo concetto in modo secondo me fantastico. Lui diceva:
“Noi otteniamo risultati brillanti da persone di medie capacità che operano e migliorano processi brillanti.
I nostri concorrenti ottengono risultati mediocri da persone brillanti che operano con processi difettosi.
Quando loro incontrano difficoltà cercano di assumere persone ancora più brillanti. Noi non possiamo che superarli.”
Questo è quello che manca al giorno d’oggi: un processo chiaro, semplice e lineare, in pochi passi ripetibili per:
- Incassare con sapienza i colpi della vita
- Curare velocemente le emozioni (senza negarle!)
- Trovare le risorse interiori per ritornare in traiettoria
- Avere sempre benzina da mettere nel tuo motore interiore
Pochi, semplici, ripetibili passi.
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