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La chimica della Felicità

La chimica della Felicità

A volte sentiamo dire che “la felicità è dentro di noi” e ci sembra impossibile.

Eppure non è un’affermazione consolatrice di religioni e filosofie varie, ma il risultato di dimostrazioni scientifiche: gli studi dimostrano che il  nostro cervello è programmato per produrre felicità di continuo. In ogni istante, infatti, mentre noi inutilmente cerchiamo di rincorrere mete e risultati che dovrebbero regalarci contentezza, il cervello sarebbe già lì pronto, ormoni alla mano, a  creare una condizione di pienezza e di soddisfazione, che non dipende  dalle circostanze esterne e non ha scadenza temporale!

Il cervello umano infatti tende all’equilibrio adattandosi in modo da cercare di mantenere sempre attive le centraline del piacere e della gratificazione, secernendo endorfine e neuro-trasmettitori come la serotonina, responsabile di uno  stato di benessere e felicità.

I neurobiologi hanno osservato cosa accade nelle strutture cerebrali quando la persona prova delle emozioni , hanno studiato i meccanismi coinvolti nel regolare gli stati d’animo ed hanno potuto così dedurre quali sono i processi che ci portano a provare la felicità o la tristezza.

Dagli anni settanta, la ricerca biologica e le tecniche di imaging cerebrale hanno permesso di scoprire cosa si nasconde nel dedalo di strutture profonde del tessuto cerebrale, del tronco encefalico e della corteccia frontale.

Alcuni neurotrasmettitori, come la dopamina, la noradrenalina, la serotonina, le endorfine stimolano o azzerano le emozioni, sono capaci di darci piacere, desiderio, motivazione…  Un buon livello di dopamina ad esempio sembra promuovere la motivazione personale, l’attività, ma quando è eccessiva può spingere l’individuo a cercare situazioni rischiose, mentre la mancanza di questa sostanza (che è una caratteristica del morbo di Parkinson) porta all’astenia o a disturbi del movimento.

La serotonina viene prodotta nei neuroni del tronco encefalico e serve per regolare i nostri stati d’animo. Stimola la  passione d’amore, le relazioni sociali, i pensieri positivi, il contatto fisico, agendo come una droga euforizzante. Vi è, ad esempio, una significativa mancanza di serotonina nelle persone affette da depressione o tristi perché lontane da una persona cara.

Le endorfine e le encefaline, sono ormoni ben conosciuti dagli sportivi, in quanto producono un effetto euforico, ansiolitico e analgesico. Esse modulano il messaggio di dolore, inibendone la trasmissione al cervello e causano una sensazione di benessere immediato non appena raggiungono le cellule nervose. Le loro fluttuazioni sono alla base delle sensazioni di stress e di ansia.

Ma allora perché non siamo sempre felici?

Perché passiamo tutto il nostro tempo a seguire la trasmissione dell'”installazione estranea” ovvero la mente, la produttrice instancabile di tutti quei pensieri negativi nei quali, erroneamente, ci identifichiamo anziché ridurli a rumore di disturbo.

C’è poi un altro fattore decisivo che oggi impedisce a tantissime persone di attivare il giusto e normale flusso di ormoni della felicità. 

Parlo dello STRESS naturalmente. 

Ci sono tantissimissime fonti di stress che invadono la vita di ognuno di noi, ogni giorno. 

Ma ce n’è una che potrebbe essere facilmente rimossa perchè in realtà le sue cause non sono veramente nella realtà “là fuori”. 

Parlo della paura per il futuro professionale, per il futuro del lavoro.

Sempre più persone sono preoccupatissime per il proprio futuro professionale: lavoro sempre più incerto, sempre più insicuro, sempre più a rischio significa sempre meno possibilità di programmare il proprio futuro. 

Che si tratti di fare una famiglia o di mandare i figli all’università, molti di noi vedono i giorni a venire avvolti da una cupa nebbia di incertezza. 

Ma non è detto che debba continuare ad essere così. Neanche se c’è la crisi. Nemmeno se ci sono i robot ad insidiare il nostro futuro.

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Il Coraggio di cambiare vita

Il Coraggio di cambiare vita

“Mai avrei creduto di cambiare vita in modo così netto e radicale.
Trasferirmi in Polonia a studiare regia, lasciandomi alle spalle una carriera di manager in una multinazionale americana, la laurea in economia aziendale, esami di stato, gli sforzi e i molti sacrifici fatti per questo. E invece è successo. La voce dentro di me era più forte: vai, devi seguire il tuo sogno. L’ho fatto. Ho lasciato tutto e sono partito. Era il 1994.
Sulla scelta non avevo dubbi, né mi sono mai pentito di averla presa. Mi ha sorretto una lucida incoscienza, e la passione. Ho deciso quello che era giusto per me in quel momento, cercando di capire quello che volevo veramente, chi volevo diventare. Ho vinto i timori, le resistenze del nemico più grande. Me stesso. Sì, solo io potevo impedirlo e non l’ho fatto. Ho sperimentato che il cambiamento più difficile è quello dentro di te, non quello che avviene fuori. Una volta che dentro sei diverso, ma autentico, il resto viene da sé.”

A parlare è Gabriele Iacovone, brillante laureato in Economia e Commercio, manager di spicco ma con un sogno nel cuore che andava da tutt’altra parte. Nel suo caso, il cinema.

Ma per quanto il suo non sia un caso isolato, la realtà dei fatti è che la maggior parte delle persone tiene invece – a differenza di Iacovone e di pochi altri coraggiosi come lui – il sogno chiuso nel cassetto. 

Per paura di sbagliare, timore di quello che potrebbe essere, ansia per il futuro, preoccupazione del giudizio degli altri e mille altri motivi più o meno validi. 

E, sorpresa delle sorprese, se ti aspetti che a questo punto io mi lanci nel solito pistolotto motivazionale tipo “Ma no! Devi buttare il cuore oltre l’ostacolo, la vita è una sola, devi buttarti!”, ti sbagli di grosso. 

Come penso ormai sappiano anche i muri, io sono stata per anni una persona frustratissima professionalmente, con un sogno cementato dentro il cassetto del caveau di sicurezza di una banca svizzera! Altro che sogno nel cassetto.

Nomina una paura, uno stato di ansia, un aggrapparsi alle certezze consolidate mentre il cuore sanguina pensando al sogno che non c’è, e io lo conosco. L’ho provato sulla mia pelle. 

Per anni.

Al limite dell’esaurimento nervoso. 

Però però…

La mia è una storia a lieto fine. Molto a lieto fine.

Non solo ho di nuovo un lavoro.

Ma già che c’ero mi sono ingegnata per ricostruirmene uno che anche mi piacesse e mi realizzasse.

E’ stato così che, strada facendo, ho scoperto e studiato una enorme quantità di strumenti e informazioni di cui NESSUNO mai mi aveva parlato durante i pur pesantissimi anni di università. Avevo studiato non so quante cose completamente inutili per la mia vita professionale ma nessuno si era degnato di darmi un benchè minimo indizio su quello che mi sarebbe servito davvero per affrontare il mondo del lavoro!

E siccome da sempre ho una fissa maniacale, aiutare me stessa e le persone che mi sono attorno ad essere più felici, ho fatto in modo di trasformare tutte queste informazioni e strumenti in qualcosa che anche altri potessero avere e portare nella propria vita… 

Il Lavoro di Essere Felici

Il Lavoro di Essere Felici

Ho scovato questo video in rete e non ho potuto fare a meno di condividerlo. Quella di Francesco Grandis, ingegnere elettronico è una storia che – anche viste le coincidenze – mi ha toccata nel profondo.

“… Un giorno mi sono accorto che gli ultimi 3 anni erano volati senza che io me ne accorgessi, io ero invecchiato ma non ero cresciuto.

Questa cosa mi ha terrorizzato. In fondo io stavo solo facendo esattamente quello che mi avevano detto di fare! Mi avevano detto “studia” e io l’ho fatto. Mi hanno detto “trovati un lavoro” e io l’ho fatto. Mi hanno detto “metti via dei soldi” e io l’ho fatto. Ma allora, perchè ero infelice?

Ho cominciato a farmi delle domande, a farla a parenti e amici a chiuque e sempre la risposta era la stessa “La vita è questa, devi tenere duro, vedrai che le cose si sistemano, adesso lavora il futuro e poi vedrai quando andrai in pensione avrai tutto il tempo per goderti la vita.

No No No…. allora scusate facciamo finta che io non abbia capito niente. In questo schema io non solo non riesco a vederci la Felicità, ma nemmeno un minimo di Serenità!

Le istruzioni che mi state dando “studia, trovati un lavoro, metti via dei soldi” sono istruzioni generiche ma IO NON SONO GENERICO e io non ho nessuna intenzione di sacrificare altro tempo della mia vita ad aspettare che le cose “si aggiustino”. 

Quello è stato il giorno in cui ho detto basta“.

Il resto del discorso lo lascio da ascoltare a te direttamente. Eccolo e buona riflessione.

PS. Se poi vuoi uno spunto pratico, reale e alla tua portata (senza necessariamente dover mollare tutto e cambiare vita o buttare il tuo passato nel cestino col rischio di finire sotto il ponte), sotto al video ti metto un link che potrebbe fare proprio al caso tuo. 

Reinventarsi per ridefinire successo e felicità

Reinventarsi per ridefinire successo e felicità

Unknown“Una delle ragioni per cui lasciamo che lo stress sia parte integrante delle nostre vite è che non abbiamo realmente tempo per prenderci cura di noi stessi. Siamo troppo impegnati a rincorrere lo spettro di una vita di successo. La differenza tra quello che è il successo e ciò che realmente ci permette di crescere bene e felici non è sempre così chiaro, esattamente come la linea che decidiamo di seguire nelle nostre vite”.

Queste parole appartengono a “Cambiare Passo. Oltre il denaro e il potere: la terza metrica per ridefinire successo e felicità”, l’ultimo libro della fondatrice di uno dei giornali online più influenti e in voga del mondo, The Huffington Post. Il libro ha come intento quello di diffondere un messaggio certamente non nuovo ma in un certo senso rivoluzionario per la sua estrema semplicità e sincerità, ossia che il successo, come viene concepito dalla nostra società, non funziona perché è solo causa di stress, superlavoro, disconnessione dalla realtà e dalla famiglia e – soprattutto – causa di gravi malesseri per le donne ma anche per gli uomini.

Arianna Huffington è una persona di successo che ha saputo reinventarsi e che è sempre apparsa al pubblico come una donna poliedrica: giornalista, capo redattore, ex moglie di un famoso politico statunitense, imprenditrice, multimilionaria, guru spirituale e soprattutto madre di due figlie e donna che sembra non avere mai un capello fuori posto. Insomma, una donna di successo, self-made e sicuramente soddisfatta. La storia di Arianna Huffington è infatti una favola che chiunque definirebbe di autorealizzazione ma non è tutto oro quello che luccica.

Nel 2007 però succede qualche cosa, Arianna cade svenuta a terra, nel suo ufficio di casa, e si ritrova immersa in una pozza del suo stesso sangue proprio poco dopo essere apparsa sulla copertina del Time perché inserita nella lista delle cento persone più influenti del mondo. Questo malore, causato semplicemente da stanchezza e stress, è come un campanello d’allarme per la Huffington che, durante le attese in ospedale per controllare il suo stato fisico, comincia a chiedersi che cosa sia veramente il successo e se davvero sia il connubio di soldi e potere a darci la felicità che, secondo molti, una vita di trionfi lavorativi dovrebbe testimoniare e validare.

Nel 2007 però succede qualche cosa, Arianna cade svenuta a terra, nel suo ufficio di casa, e si ritrova immersa in una pozza del suo stesso sangue proprio poco dopo essere apparsa sulla copertina del Time perché inserita nella lista delle cento persone più influenti del mondo. Questo malore, causato semplicemente da stanchezza e stress, è come un campanello d’allarme per la Huffington che, durante le attese in ospedale per controllare il suo stato fisico, comincia a chiedersi che cosa sia veramente il successo e se davvero sia il connubio di soldi e potere a darci la felicità che, secondo molti, una vita di trionfi lavorativi dovrebbe testimoniare e validare.

Nasce così questo libro, Cambiare Passo, che la stessa Arianna Huffington definisce come un “libro pensato e scritto per aiutare chiunque a capire cosa stia facendo, valutarlo coscientemente ed eventualmente cambiare rotta”.

La “carne messa al fuoco” dalla Huffington è tanta e scorre attraverso testimonianze di vita, dati e studi medici sullo stress legato al lavoro e tocca persino i temi connessi alla necessità di pensare a un femminismo più moderno e contemporaneo ma, in fin dei conti, uno dei grandi messaggi del libro è che bastano poche e semplici regole per ripensare la nostra vita, molte della quali diamo per scontate: dedicarci a un sonno ristoratore, camminare il più possibile e imparare a donare a noi stessi e agli altri.

Articolo tratto da “VoglioVivereCosì.com

Fin qui tutto fantastico vero?

Peccato che non sia esattamente da tutti essere milionari, famosi e di successo come Arianna e peccato che anche non avere soldi e non sapere cosa fare della propria vita sia in grado di generare assolutamente stress in altrettanta quantità e negatività.

Questo è l’esempio tipico di uno di quei contributi che mi ha messo in grande confusione nel corso degli anni. Ognuno di noi ha la sua storia particolare. Certo, possiamo prendere spunto, catturare onde di motivazione ma tutto questo è destinato a restare completamente inutile se non entra a far parte di un preciso progetto di vita quotidiana. 

Tu hai bisogno di sapere in che direzione gestire i tuoi pensieri dalla mattina quando ti alzi fino alla sera quando ti addormenti, perchè la nostra mente è un cagnolino dispettoso che non è mai stato ammaestrato, se non dalla scuola e le istituzioni, che tutto vogliono per noi fuorchè la nostra libera espressione e massima felicità.

Ognuno di noi ha bisogno di imparare che le emozioni non sono un qualcosa che capita e che dobbiamo subire, ma sono una parte di noi su cui abbiamo il pieno potere di intervenire.

Certamente, non puoi pensare di intervenire a sollevare 150 kg di pesi o correre una maratona senza alcun allenamento. Allo stesso modo non puoi lamentarti di essere vittima di emozioni negative se non ti sei mai dedicato ad allenare i muscoli che le possono comandare e controllare, indirizzandole nella direzione che ti è funzionale.

La tua vita cambia se tu la fai cambiare. 

Sperare non è una strategia. 

Ok, ma in pratica come si fa? 

In generale non ho idea. Ma per quanto riguarda la parte professionale e lavorativa della tua vita sì. Ho le idee molto precise…

Voglio che tu sia felice

Voglio che tu sia felice

epost51Sogno da tutta la vita un mondo di persone felici, realizzate, pienamente soddisfatte di se stesse e dei propri risultati.

Già da piccola avevo questo sogno insistente, una fissazione direi. Crescendo ho avuto momenti di alti e bassi: a volte questa spinta, schiacciata dalla fatica di vivere e di essere felice io stessa, finiva nel solito sfortunato cassetto dei sogni. Altre volte però, quello stesso sogno, pieno di tenacia e determinazione, si apriva il cassetto da solo e veniva  a piazzarsi sulla mia scrivania, reclamando la mia attenzione.

Il fatto è che, essere felici, è un’alchimia complicata a cui nessuno finora sembra aver dato delle risposte soddisfacenti. Non abbastanza quanto meno per riuscire a dare una formula unica, replicabile e sicura, in grado di mettere le persone nelle condizioni di procurarsi da sè questa preziosa e rara sostanza.

Ho fatto un piccolo sondaggio nei giorni scorsi sulla mia pagina Facebook e, a parte un’unica pecora nera con una percentuale di 90, tutte le altre persone che hanno risposto ritengono di essere state felici nella loro vita mediamente per un 15% del loro tempo.

Ora, io mi chiedo: e tutto il resto della vita? Dobbiamo necessariamente continuare a trascorrerlo sentendoci insoddisfatti, tristi, annoiati o in ansia?

Poi è arrivata la crisi.

E le cose sono, incredibile a dirsi, ulteriormente peggiorate. Tutti noi all’inizio pensavamo che fosse un incidente temporaneo, la crisi. Una specie di sgambetto della vita come magari poteva essere già successo ad altre generazioni prima della nostra. Ma ormai è chiaro a tutti che questa della crisi è in realtà la nuova condizione stabile a cui dobbiamo abituarci.

“Lo scenario mondiale, quello delle vecchie affidabili certezze, è cambiato” dice Pietro Trabucchi nel suo ultimo libro Tecniche di resistenza interiore.

E se vogliamo essere onesti con noi stessi, dobbiamo cominciare ad accettare a nostra volta questa realtà.

Il mondo, così come esisteva prima, oggi non c’è più. Non solo, il nuovo mondo in cui siamo ora obbligati a vivere è un mondo per il quale siamo tutti, sostanzialmente e gravemente impreparati.

Il punto è quindi: essere felici è dunque un sogno da abbandonare definitivamente? E’ una velleità sciocca e grottesca?

Da un altro sondaggio che ho fatto in questo periodo è emerso che la maggior parte delle persone ritiene che la felicità sia qualcosa che “capita”, un momento sfuggevole e non certo sotto il nostro controllo.

Siamo stati convinti – e lo sono stata convinta a lungo anch’io – che la felicità fosse una specie di farfalla sfuggevole da rincorrere con determinazione sperando di riuscire ad acchiapparla prima o poi. E una volta presa, poi, tenersela stretta.

Niente di più lontano dalla realtà! Tant’è che, quei pochi momenti che si prova un istante di felicità, lo si vede poi andare via con la stessa velocità con cui è arrivato, senza nemmeno riuscire ad accorgecene. Così abbiamo definitivamente abbandonato il pensiero di poter avere una qualsiasi forma di controllo della nostra felicità, rassegnandoci con un certo fatalismo a prendere quel che capita.

Alcuni, non disposti a lasciarsi comandare dalle cose, hanno cominciato a sostituire la ricerca della felicità con la ricerca del piacere, della gratificazione personale, del successo materiale. A prescindere se questa sia o meno una via saggia da percorrere, c’è un dato di fatto significativo con cui fare i conti: le persone che hanno le carte in regola per giocare al gioco del successo al giorno d’oggi sono pochissime.

albero dei soldiLa conseguenza di tutto questo è quel mondo selvaggio che si incontra troppo spesso, soprattutto in internet: ladri e furbacchioni che propongono affari con ritorni a cifre impossibili, affabulatori che ti promettono di imparare a guadagnare fino al 25% o il 50% o oltre del tuo capitale, solo facendo queste piccole facili operazioni quotidiane.

Poi vai ad approfondire e ti viene la nausea quando scopri quante persone sono rimaste malamente fregate da questi cialtroni sempre più numerosi e ben mascherati. La coppia di pensionati che ha fatto il mutuo sulla casa per investire in un grande progetto di questi e ora si ritrova senza soldi e senza casa.

O il commercialista con cui eravamo al telefono ieri sera truffato malamente da un altro sedicente affarista.

La situazione insomma è tutt’altro che semplice. Vorremmo essere felici ma la felicità è come un’imprendibile farfalla. Allora pensiamo di ripiegare sull’avere un pò di tranquillità economica ma la crisi, i truffatori e la nostra poca esperienza ci sbattono ripetutamente a terra.

C’è speranza?

Secondo me, sì. Però non è una di quelle speranze che puoi vendere a poco prezzo, tipo “fai questi semplici magheggi a colazione, pranzo e cena, beviti questo bibitone e prenditi queste quattro pillole” e voilà il gioco è fatto.

Chi ancora sogna di uscire dai casini in cui si trova con una soluzione veloce di quelle dalla sera alla mattina è destinato invariabilmente a peggiorare solamente la sua situazione.

neuromarketingNon solo. Chi è ancora convinto che esista un’unica soluzione, un sistema per guadagnare o un sistema per diventare felici e smettere di soffrire, è altrettanto destinato a rimbalzare da un’inutile e affascinante promessa di marketing all’altra.

Il marketing può essere una disciplina interessante ma è e resta sostanzialmente MANIPOLATORIA. Fa leva sui tuoi bisogni, sulle tue paure, sulle tue preoccupazioni per proporti ciò che vuole affibbiarti da un’angolatura tale che tu sei costretto a pensare “oh ecco! questa è proprio quella cosa che mi serviva e che risolverà i miei problemi”. (Se pensi che sia un’affermazione esagerata, fai pure in giro in libreria…)

Poi la guardi, la usi e invariabilmente scopri che i tuoi problemi non li risolve, non tutti di sicuro.

Sai perchè? Perchè la soluzione non sta fuori di te.

La soluzione dei tuoi problemi sei e puoi essere solamente tu. Non esiste nessuna formula prefabbricata in grado di portarti a trovare le risposte che cerchi.

Esiste solo la possibilità che tu decida di cominciare da questo momento in poi a fare regolarmente allenamento per rafforzare i tuoi muscoli di RESILIENZA, quei muscoli cioè che ti insegnano a diventare tosto interiormente quanto basta per uscire nel mondo e conquistare quello che ti serve. Tosto abbastanza da avere la forza di cercare la tua risposta a lungo quanto basta per riuscire a trovarla, senza mollare prima.

Questo devi riuscire a fare. E sai qual è la cosa fantastica? Che quando decidi di volerlo fare, se segui le istruzioni semplici che ci ha dato madre natura, scopri anche che l’ALLENAMENTO alla RESILIENZA è ESATTAMENTE il SISTEMA BIOFISICO CHE TI FA SENTIRE FELICE.

Questa te la ripeto perchè è meravigliosa e pare troppo bella per essere vera.

LA FELICITA’ SI PUO’ CREARE MATERIALMENTE, BIOCHIMICAMENTE, all’interno del tuo corpo, QUANDO VUOI, in qualsiasi momento e spazio.

E si crea esattamente facendo quell’allenamento che, guarda caso, ti serve per diventare quella persona in grado di risolvere i problemi che hai nella tua vita, superare i tuoi ostacoli o portare la tua situazione attuale ad un livello migliore e più soddisfacente di quanto già non sia.

Non so tu, ma io lo trovo semplicemente favoloso.

Ah, ultima cosa fondamentale. Niente di new age o spiritualistico in tutto ciò. Solo pura, provata SCIENZA.

Se vuoi approfondire e capire come fare in concreto, qui c’è lo strumento che fa per te.